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21 luglio 2025

La sicurezza degli spazi pubblici: un bene sempre più importante

La sicurezza degli spazi pubblici: un bene sempre più importante

Dopo gli anni della pandemia Covid, in cui le restrizioni anti-contagio hanno limitato molto il raggio d'azione di tutti i cittadini ma anche - in positivo - della criminalità, il volume dei reati denunciati in Italia ha ripreso a crescere. Nel 2023 - anno per cui sono disponibili i dati ufficiali e strutturati più recenti della banca dati interforze del dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno - i reati “emersi” sono stati 2,34 milioni: l’1,7% in più rispetto alla soglia pre-Covid del 2019 e il 3,8% in più rispetto al 2022.

Non è un caso, quindi, che gli italiani si sentano oggi genericamente meno sicuri rispetto a qualche anno fa. È una questione di percezione più che di realtà, perché spesso le città in cui viviamo sono meno pericolose di quanto si pensi e di quanto non appaia consultando giornali e social network. Ma l'inversione di tendenza esiste e non va sottovalutata: dopo anni in cui tutti gli indicatori della criminalità erano costantemente in flessione, ora le cose sono cambiate.

Gli Italiani, come percepiscono oggi la sicurezza negli spazi pubblici?

Quella che è certamente cambiata - e non poco - è la concezione che i cittadini e le istituzioni hanno del senso di sicurezza negli spazi pubblici (piazze, parchi, vie cittadine, strutture sportive, stazioni, scuole...). Questi sono i luoghi dove si svolge una parte preponderantedella vita collettiva e dove si costruisce la socialità. Proprio per questo, la loro sicurezza non può essere vista solo come assenza di criminalità o di eventi violenti, ma deve essere letta anche in termini di benessere e vivibilità. In sintesi: di una percezione soggettiva di tranquillità.

Non è una differenza da poco. Recepire questa nuova visione ha significato “ufficializzare” che accanto al mantenimento dell'ordine pubblico e alla prevenzione dei fenomeni criminali esistono altri bisogni dei cittadini, bisogni legati alla qualità della vita e alla possibilità di vivere con serenità e piacere gli spazi pubblici. Il che significa controllare e contrastare non solo i fenomeni criminali macroscopici, da criminalità organizzata, ma anche i fenomeni di illegalità diffusa, disordine, disagio e degrado che magari hanno una importanza "legale" relativa ma che, invece, i cittadini vivono come particolarmente invasivi e gravi.

Il cambio di passo nella concezione della sicurezza urbana è relativamente recente: avviene a cavallo tra il 2017 e il 2018, gli anni in cui sono stati promulgati il Decreto-legge 14/2017 - "Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città", poi convertito nella Legge 48/2017, e l'accordo della Conferenza Stato-città ed autonomie locali "Linee guida per l'attuazione della sicurezza urbana". È in queste norme che si definiscono precisamente i concetti, oggi chiave, di sicurezza urbana e di sicurezza integrata.

La sicurezza urbana è, testualmente, "il bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città". Un "bene" immateriale che si può tutelare solo attraverso una collaborazione tra attori diversi - dallo Stato ai cittadini, passando per gli Enti Locali - perché nessuno da solo può davvero monitorare pervasivamente gli spazi pubblici e contrastare la capillarità dell'illegalità diffusa. Il concetto di sicurezza integrata deriva da questa sinergia, ma anche dalla necessità di seguire un approccio che metta insieme prevenzione, partecipazione, controllo del territorio, innovazione tecnologica.

Tutto questo per fare cosa? Anche qui le norme sono chiare, anche se inevitabilmente generiche: prevenzione della criminalità, riqualificazione delle aree o dei siti degradati, eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, promozione della cultura del rispetto della legalità. Ognuna di queste direttrici di intervento porta con sé diversi strumenti che permettono di attuarle. Ma un ruolo chiave viene comunque assegnato a uno strumento tecnologico preciso: la videosorveglianza.

La videosorveglianza fa sentire più sicuri.

La videosorveglianza è oggi sempre più diffusa nei contesti urbani, non tanto e non solo come strumento repressivo, ma anche come deterrente e mezzo per intervenire rapidamente in caso di emergenza. L'approccio della sicurezza urbana integrata prevede una collaborazione fluida tra Forze di Polizia e Polizia Locale nella gestione dei sistemi di videosorveglianza urbana, sempre per innalzare la percezione collettiva di sicurezza delle città.

Proprio per questo le norme nazionali e i patti tra enti locali hanno sempre più spinto sia verso l'installazione di nuovi sistemi di videosorveglianza, sia verso l'aggiornamento di quelli già esistenti. L'idea è quella di ottimizzare l'utilizzo delle tante videocamere - anche di soggetti privati - presenti sul territorio, cercando di gestirle come sistemi integrati sempre più estesi e versatili.

Tra l'altro, va sottolineato che il ruolo chiave della videosorveglianza e delle sue evoluzioni tecnologiche - dall'analisi in tempo reale delle immagini al riconoscimento facciale - si è mantenuto e anzi rafforzato nel tempo. Di recente, ad esempio, sia il decreto interministeriale del 27 dicembre 2024, sia la relativa circolare attuativa del 7 aprile 2025 del Ministero dell’Interno hanno confermato il ruolo della videosorveglianza come elemento di prevenzione e contrasto, in coerenza con le norme del "lontano" 2017.

Certo, i sistemi di videosorveglianza non sono l'unico componente tecnologico che può concretizzare un approccio evoluto di sicurezza integrata. Anche - per fare giusto qualche esempio - i sistemi di controllo accessi, le colonnine SOS, le applicazioni per segnalazioni da parte dei cittadini, i sensori per il monitoraggio di flussi e comportamenti, gli stessi impianti di illuminazione stradale e di controllo del traffico sono tecnologie che, se ben integrate, supportano l’efficienza delle politiche di sicurezza.

Quello che è importante ricordare è che l'evoluzione tecnologica deve supportare una visione nuova della sicurezza, in cui le amministrazioni pubbliche devono essere sempre capaci di "leggere" il territorio, con le sue specificità e problemi - in un grande centro urbano possono riguardare microcriminalità, degrado, spaccio o occupazioni abusive, mentre in un piccolo Comune può trattarsi di garantire un’illuminazione adeguata o intervenire contro atti incivili - per rispondere prontamente e con efficacia alle richieste di sicurezza dei cittadini.

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